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Durante i primi mesi di gravidanza uno dei primi sintomi che si possono notare è il bruciore di stomaco e reflusso gastroesofageo. Perché avviene questo? Il bruciore di stomaco e il reflusso in gravidanza sono dovuti innanzitutto a un fattore ormonale: l’aumento del progesterone provoca un rilassamento muscolare che indebolisce la valvola posta tra stomaco ed esofago, favorendo così la risalita dei succhi gastrici dallo stomaco verso l’esofago. C’è poi anche una causa ‘meccanica’, l’utero man mano che si ingrossa spinge lo stomaco verso l’alto, provocando una pressione che impedisce alla stessa valvola di funzionare come deve.
Bruciore di stomaco e reflusso in gravidanza
Come ci si accorge? Innanzitutto si sente un senso di bruciore all’altezza dello stomaco e dell’esofago e, a volte, un rigurgito acido. Altri sintomi possono essere tosse da reflusso, difficoltà a deglutire e dolore al torace.
Cosa mangiare e cosa evitare
I principali rimedi consistono nell’alimentazione che deve essere rispettosa dello stomaco, in modo da non creare ulteriore acidità:
- Evitare i cibi grassi che rallentano la digestione, perciò prediligere carne bianca e pesce. Evitare gli insaccati, che comunque dovrebbero essere evitati in gravidanza.
- Frutta e verdura fresca, se mangiata cruda, deve essere lavata molto accuratamente. Della verdura evitare pomodori, peperoni, cipolla e aglio. Mentre della frutta vanno evitati gli agrumi e le spremute di agrumi.
- Evitare caffé e bevande che contengono caffeina.
Consigli pratici
Inoltre è bene ricordare altri comportamenti sani da seguire per evitare bruciore di stomaco e reflusso in gravidanza:
- Fare pasti piccoli e frequenti, ad esempio dividere i pasti in cinque al giorno, ma leggeri.
- Dormire con un cuscino che tenga la schiena leggeremente sollevata
- Evitare di andare a dormire subito dopo avere mangiato
- Fare movimento, compatibilmente con le condizioni fisiche dovute alla gravidanza.
Ci sono poi anche farmaci antireflusso che si possono usare in gravidanza, poiché agiscono a livello locale una volta ingeriti, ma devono essere prescritti ei consigliati dal ginecologo e non presi senza averlo consultato, anche se si trattano di farmaci da banco.