La bronchite non sempre è accompagnata dalla tosse. Ecco come riconoscerla ed ecco che cosa fare. Il consulto con il pediatra è obbligatorio
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La bronchite è un’infiammazione a carico dei bronchi, che può manifestarsi anche senza febbre. Ma anche in assenza di rialzo delle temperatura, se la tosse è persistente e continua, è bene non abbassare la guardia e sentire subito il parere di un pediatra. La bronchite, infatti, è una patologia che può portare alcune gravi complicazioni, quali la broncopolmonite. Si tratta infatti di un processo infiammatorio a carico della mucosa che riveste i bronchi, ma che può facilmente estendersi anche alla trachea e alla faringe e che, se non opportunamente trattata, può degenerare in quadri patologici più seri a carico dei polmoni. Vediamo dunque che cosa è bene fare quando si sospetta una bronchite.
Una tosse senza febbre, associata ad abbondante secrezione di muco dal naso, nella stragrande maggioranza dei casi non è preoccupante ed è legata al raffreddore o ad una leggera infezione delle alte vie respiratorie. Se gola e faringe bruciano o il naso cola, quindi, in teoria nessun pericolo, ma è sempre bene restare allerta e vedere e la tosse regredisce senza l’aiuto di farmaci. Se, invece, la tosse persiste e il rischio di bronchite è in agguato, meglio ricorrere alle cure farmacologiche. Ma per prima cosa, occorre fare un po’ di chiarezza nell’utilizzo dei farmaci in caso di bronchite. Premesso che è sempre bene farsi consigliare da un pediatra, va detto che non si sbaglia se, per prima cosa, si garantisce al bambino riposo adeguato, se lo si fa bere molto, e se non gli si fanno respirare sostanze irritanti per le vie respiratorie.
Quanto ai farmaci, se la febbre non compare, è superfluo assumere antinfiammatori e antipiretici, così come è meglio evitare quei farmaci che promettono di eliminare la tosse: il rischio di intrappolare il catarro nelle vie respiratorie è altissimo. Per quanto riguarda invece gli antibiotici, questi non vanno assunti se non sono presenti batteri: sarà il pediatra a stabilirlo. Nel caso in cui il pediatra prescriva l’assunzione di un antibiotico, è bene rispettare esattamente i tempi di somministrazione. Sulla base dell’esito della visita pediatrica il pediatra consiglierà l’antibiotico più idoneo: va detto che, in caso di bronchite, in via cautelativa, la maggior parte dei pediatri prescrivono una terapia antibiotica a base di macrolidi o di antibiotici beta-lattamici oppure di cefalosporine.
Per migliorare il quadro clinico, l’obiettivo è sempre quello di far entrare acqua nelle vie respiratorie. Per curare i bronchi, dunque, è bene ricorrere a tutti quegli interventi che possono rendere più agevole il flusso d’aria nei canali del naso. A tale scopo, sono molto indicati gli aerosol – sarà il pediatra a indicare quale farmaco aggiungere alla soluzione fisiologica – la nebulizzazione e l’umidificazione dei locali, tramite un umidificatore. Un altro importante accorgimento riguarda il lavaggi continuo del naso, perché è importante che questo sia sempre libero dal muco.
A tale scopo, si può utilizzare la polpetta, oppure possono essere fatti con il supporto delle soluzioni fisiologiche saline, comodamente vendute in farmacia, ma anche al supermercato. Va detto che occorre armarsi di un po’ di pazienza: non tutti i bambini sono contenti di sottoporsi a queste piccole torture… Anche per tenerli fermi davanti all’aerosol è bene inventare qualche escamotage: un minimo di intrattenimento – giocattoli, televisore, il racconto di una storia – dovrebbero distrarlo.
Se il bambino appare particolarmente stanco e provato, se compare l’affanno, se riesce a manifestare l’insorgenza di un dolore al petto, allora è bene subito consultare un pediatra: potrebbe trattarsi della prima fase di una bronchite, fase che spesso e volentieri di manifesta senza febbre.
E’ bene chiamare il pediatra e consultarlo quanto prima, quando ad ammalassi è un neonato: anche solo in presenza di raffreddore e tosse, anche se non compare la febbre, è bene ricorrere subito a un parere medico, anche perché somministrare aerosol e lavaggi nasali a un bimbo piccolo, non è sempre facilissimo. Così come, è il caso di chiamarlo se, dopo tre giorni dall’insorgenza di una bronchite acuta, non si notano segni di miglioramento, nonostante si sia fatta costantemente l’aerosol, nonostante il naso sia stato mantenuto il più pulito possibile, nonostante non vi sia la presenza della febbre.Potrebbe trattarsi di una bronchite cronica.