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Per prima cosa, è bene dare una definizione precisa delle tanto famigerate Beta hcg. Non sono altro che una frazione di un ormone, la gonadotropina corionica, che viene prodotto quando si verifica un primo accenno di placenta. Tale momento coincide con la fase in cui l’embrione si annida nell’utero, il che significa pochi, pochissimi giorni dopo l’avvenuto concepimento.
Per tale motivo, il test delle beta hcg è utile quando serve avere un test di gravidanza molto precoce: la concentrazione di beta nel sangue è già rilevabile 7-10 giorni dopo il concepimento. Dunque lo scopo dell’esame è chiaro: se si vuole sapere il prima possibile se si è davvero incinta, questo è l’esame maggiormente consigliato. Ma è anche vero che si tratta pur sempre di un test da fare inospitale: è pertanto meno pratico del classico test delle urine – test fai da te, che si può fare tranquillamente a casa senza il supporto del personale medico – e che comporta quindi dei costi. Pertanto, se non ci sono specifiche necessità, meglio aspettare ancora qualche giorno e avere una risposta comunque sicura e affidabile con il test fai da te. Fatta questa doverosa premessa, vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta esattamente e quando è il caso di fare il test delle beta.
Quando fare le analisi beta
Per tale motivo, il test delle beta hcg è utile quando serve avere un test di gravidanza molto precoce: la concentrazione di beta nel sangue è già rilevabile 7-10 giorni dopo il concepimento. Dunque lo scopo dell’esame è chiaro: se si vuole sapere il prima possibile se si è davvero incinta, questo è l’esame maggiormente consigliato. Ma è anche vero che si tratta pur sempre di un test da fare inospitale: è pertanto meno pratico del classico test delle urine – test fai da te, che si può fare tranquillamente a casa senza il supporto del personale medico – e che comporta quindi dei costi. Pertanto, se non ci sono specifiche necessità, meglio aspettare ancora qualche giorno e avere una risposta comunque sicura e affidabile con il test fai da te. Fatta questa doverosa premessa, vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta esattamente e quando è il caso di fare il test delle beta.
Un esame desueto
Diciamolo subito: nella maggioranza dei casi, per scoprire se si è incinta, l’esame del sangue che rileva la presenza di beta, non serve. Normalmente, si procede così: dopo qualche giorno di ritardo delle mestruazioni, se si ha il sospetto o se si si sta cercando una gravidanza, ci si reca comodamente il farmacia o al supermercato e, con pochi euro, si acquista un test delle urine. In pochi minuti, si eseguirà il test e si avrà un immediato responso, affidabile quasi al cento per cento. Nel caso di test positivo, i ginecologici sono unanimi nel consigliare di attendere qualche settimana, anche un mese, prima di eseguire la prima ecografia. Se la gravidanza procede bene, il ginecologo fisserà un’altra ecografia e nel frattempo raccomanderà una serie di analisi da eseguire. Ma torniamo alle Beta.
A conferma che si tratti di un esame oramai un po’ desueto, vi sono anche le Linee guida del Ministero della Salute, che nel primo trimestre prevedono una ecografia, e che delle Beta non parlano proprio. Va però detto, che sono ancora in molti i medici e i ginecologici che consigliano di fare questo esame, nonostante, come si è appena visto, abbiano una funzione relativa.
Preparazione per analisi beta hcg
In realtà, il test delle beta può essere utilizzato a due scopi: in primo luogo è una conferma medico-scientifica del test fai da te; inoltre, può essere utile per avere un’idea dell’andamento della gravidanza nelle prime settimane ed è dunque adeguato per quelle donne che faticano a restare incinta o che, soprattutto, non riescono a portare avanti le gravidanze. Se tutto va bene, infatti, la concentrazione nel sangue delle beta aumenta molto nel primo trimestre e, soprattutto nelle prime settimane: oltretutto è una crescita regolare, poiché le beta nel sangue raddoppiano all’incirca ogni 2-3 giorni. Ecco perché l’esame, può essere utile. Ci sono infatti delle situazioni particolari, per cui dalla prima ecografia non si vede nulla o quando la sua interpretazione può essere dubbia.
In tal caso, il ginecologo rileva la presenza di una camera ovulare, ma non vede l’embrione. In questi casi, le beta possono servire a stabile se la gravidanza c’è , ma è molto più indietro di quanto previsto (in tal caso, facendo più dosaggi di beta, si rileva di volta in volta, il raddoppiare delle beta); se la gravidanza c’era, ma si è interrotta (in tal caso le beta decrescono da un esame all’altro); o quando la gravidanza è extrauterina (le beta aumentano, ma non raddoppiano). Detto questo, ancora un paio di puntualizzazioni. La prima: le beta non consentono di datare la gravidanza perché, come si vedrà meglio in seguito, l’intervallo di valori possibili per ogni settimana è molto ampio. A questo scopo è molto più utile un’ecografia. La seconda: un valore molto alto di beta può essere indice di una gravidanza gemellare, ma anche in questo caso, per avere una conferma, servirà comunque dall’ecografia.
Così come per qualsiasi test di gravidanza fai da te, che per l’esame delle beta non è necessaria alcuna preparazione. Basta recarsi in ospedale o in laboratorio e sottoporsi a un prelievo del sangue.
Valori di riferimento beta hcg
Come si diceva, i livelli di Beta hcg variano – e di molto – a seconda della fase gestazionale. In una donna non incinta, risultano essere inferiori a 10 mIU/ml. Dopo un paio di settimane dall’ovulazione (in caso di gravidanza singola), arrivano a una concentrazione di circa 100 mIU/ml. Se tutto va bene, ogni 48-72 ore dovrebbero raddoppiare. Se la gravidanza è gemellare, i livelli di concentrazione sono più alti. Nel caso si decida di fare il test delle beta, bisogna preoccuparsi se i livelli non raddoppiano: significa che la gravidanza non è sana.
Prezzi analisi beta hcg
Il test può essere eseguito in ospedale oppure in un laboratorio privato; salvo casi di esenzioni, il suo costo di aggira intorno ai 20-25 Euro. Sebbene non si tratti di un costo elevatissimo, va detto che è sempre meglio non eseguire il test se non strettamente necessario. Come spiegano infatti alcuni ginecologici, biologi ed esperti in generale, occorre calcolare anche i costi ambientali che il test delle beta produce. Va infatti eseguito con un reagente parecchio inquinante, dunque è sempre meglio non utilizzarne più del necessario.
Tabella beta post transfer
Un’altra applicazione importante del test delle beta, riguarda le gravidanze assistite. Per le donne che si sottopongono a un transfer, infatti, è molto importante sapere se l’impianto ha attecchito. Pertanto, fin dai primissimi giorni post trattamento, è possibile eseguire il test delle beta. Anche in questo caso, il dosaggio va ripetuto a distanza di 48-72: solo così, notando un raddoppio dei valori, si potrà essere certi dell’esito positivo del trasferimento. In generale, valgono le stesse regole delle gravidanze ottenute naturalmente: i valori variano da donna a donna, sono intorno a 10 quando la gravidanza non c’è e si attestano intorno a 100 quando invece la gravidanza è presente. Va comunque ripetuto che la forbice dei valori di beta è molto ampia: la certezza della gravidanza si ha non tanto per un valore in sé, ma per la variazione (il raddoppio) che si avrà al secondo dosaggio. Va altresì detto che, in alcuni casi, la concentrazione di beta può risultare bassa: il più delle volte questo è indice di un trasferimento non andato a buon fine, ma si può ancora sperare per qualche giorno.
Se, infatti, i valori cresceranno con il prossimo dosaggio, allora vuol dire che la gravidanza c’è. Se, invece, il risultato è negativo, significa che non si è vericato lo sperato impianto embrionale. E’ chiaro che nelle donne che si sottopongono a tali trattamenti l’ansia di conoscerne l’esito è elevatissimo: è comunque sconsigliato anticipare di troppo il prelievo del sangue, perché oltre a non avere risultati accettabili e comprovanti l’avvenuto impianto positivo, potrebbe essere controproducente per via degli alti livelli di stress che la delusione andrebbe a produrre. In ogni caso, non c’è nulla da inventare: saranno i medici del centro di fertilità, a indicare i giorni precisi in cui effettuare il test.
Tabella beta gravidanza gemellare
Come si diceva, in caso di gravidanza gemellare il più delle volte si riscontrano valori di beta HCG più elevati rispetto a quelli che si riscontrerebbero in una gravidanza singola. Ma, va detto, questa non è la regola e la diagnosi di gravidanza multipla si ha, con certezza, solo attraverso l’ecografia. Inoltre, come si è già accennato, la forbice dei valori, in ogni settimana, può variare molto, da donna a donna. Alcune (affidabili) tabelle riportano, nella prima settimana, valori di beta compresi tra 12 e 77,5. Valori che poi tendono ad aumentare: già nella seconda settimana la forbice varia da 45 a 1175. Ecco perché, in ogni caso, per sapere se si è davvero incinta, occorre fare più dosaggi ormonali di beta.