L’associazione “Il sogno di Ulisse” racconta un punto di vista particolare: quello dei bambini nella Shoah, la cui testimonianza è stata determinante.
In occasione della Giornata della Memoria 2019, l’Associazione Culturale “Il Sogno di Ulisse” ha deciso di dedicare uno spazio a una parte della popolazione che ha vissuto la Shoah in maniera particolarmente sentita: i bambini. Per questo motivo ieri sera la Chiesa di Sant’Albina, a Scauri, ha ospitato una piccola rassegna cinematografica che riunisce le testimonianze dei più piccoli, che sono state essenziali nel dopoguerra.
La raccolta ha quindi lo scopo di rappresentare quello che è stato il segmento di popolazione più vulnerabile, che ha risentito in maniera particolare delle politiche antisemitiche e naziste, ripercorrendo gli anni dalle leggi discriminatorie all’applicazione della soluzione finale. Molte testimonianze, inoltre, non si sono concluse con il racconto della vita nei campi di concentramento: chi è riuscito a sopravvivere, infatti, ha vissuto altre esperienze durissime date dalla difficoltà di reinserirsi nella società e di superare la perdita dei propri cari. Eppure, chi ha avuto il coraggio e la forza di esporsi per raccontare la propria storia, ha ricoperto un ruolo fondamentale durante i processi che si sono susseguiti negli anni e – soprattutto – davanti all’opinione pubblica.
Per l’occasione sono stati proiettati due film, che hanno evidenziato questo punto di vista inusuale, ma proprio perciò estremamente potente: il corto d’animazione Chika, die Hündin im Ghetto (Chika, il cane nel ghetto) di Sandra Schießl (Germania, 2016) e il film Un sacchetto di biglie di Christian Duguay (Francia, 2017).
Il mezzo e le tecniche utilizzate (tra cui la stop motion) rendono Chika il cortometraggio più indicato per aprire questa rassegna. Il protagonista della storia è Mikasch, un bambino di 5 anni di origine polacca ma proveniente da una famiglia ebrea. Condannato a vivere nel ghetto ebraico con i suoi genitori, può contare sulla compagnia del suo cane, Chika, cui è molto legato proprio perché lo distrae dalla vita di persecuzioni e discriminazioni che è costretto a condurre. Un giorno però, dal momento che le leggi razziali vietano agli ebrei di tenere animali domestici, un ufficiale tedesco costringe Mikasch a sbarazzarsi del suo amato cane. Fortunatamente, l’opposizione del piccolo incontra la comprensione di suo padre, che escogita un piano per non farlo rinunciare a Chika.
Un sacchetto di biglie, invece, è ambientato nella Francia degli anni ’40 e racconta la storia di due giovani fratelli ebrei, costretti ad attraversare il paese per fuggire dai nazisti. L’avvento delle leggi razziali influenza drasticamente la vita di Joseph e Maurice, che iniziano a essere emarginati dai loro compagni di scuola e vengono relegati nei ghetti con i genitori. La situazione diventa talmente pesante che la famiglia decide di lasciare il paese, alla ricerca di un luogo migliore in cui vivere. Il viaggio viene quindi raccontato dal punto di vista dei due bambini, mostrando le difficoltà che incontrano e come riescono a sfuggire, grazie alla loro astuzia e al coraggio, agli ufficiali e alle barbarie perpetrate dal regime.