I baby monitor sono strumenti utili per monitorare e controllare le condizioni del proprio bambino, soprattutto per i neogenitori alle prime armi.
Argomenti trattati
Controllare e monitorare costantemente il proprio bambino per intervenire rapidamente nel caso in cui inizi a piangere o abbia bisogno di qualcosa è il principale desiderio ma anche la più grande preoccupazione dei neogenitori. In queste circostanze, la soluzione più gettonata da mamme e papà è rappresentata dal ricorso ai baby monitor.
In commercio, sono presenti moltissime tipologie di baby monitor che, al pari di altri dispositivi elettronici, possiedono le più svariate funzioni e caratteristiche. I modelli più recenti, ad esempio, offrono la possibilità di collegare i baby monitor allo smartphone, avvalendosi semplicemente di una commessione Internet.
I baby monitor vengono usati per osservare e controllare a distanza i neonati, soprattutto nelle ore notturne. Inoltre, consentono di monitorare anche parametri vitali come il battito cardiaco o il respiro.
Alcuni modelli, poi, sono forniti di specifici segnali acustici che mettono tempestivamente in allarme i genitori al sopraggiungere di irregolarità respiratorie, apnee notturne o vengano riscontrate anomalie nei livelli di ossigeno presenti nel sangue.
LEGGI ANCHE: Come scegliere l’assicurazione per i propri figli: garanzie e vantaggi
Se i baby monitor offrono svariati vantaggi nel controllo a distanza dei movimenti dei bambini appena nati, è pur vero che esistono alcuni aspetti negativi legati all’impiego di questi specifici strumenti elettronici.
Uno studio apparso sulla rivista Journal of the American Medical Association, infatti, ha dimostrato come l’utilizzo del baby monitor possa sviluppare nei genitori ansie superflue o la decisione di sottoporre i propri figli a test e analisi in realtà non necessari ma considerati tali al sopraggiungere di ogni cambiamento, anche il più lieve e insignificante.
Inoltre, è stato spiegato come la campagna di marketing associata a simili prodotti venga costantemente costruita in modo aggressivo e sia volta a incrementare la vendita degli articoli proposti. Campagne pubblicitarie così pressanti, pertanto, tendono a stimolare nei genitori la convinzione che il possesso dei baby monitor rappresenti un fattore indispensabile per svolgere adeguatamente il proprio ruolo e tenere sotto osservazione il proprio bambino.
In realtà, il ricorso ai baby monitor si trasforma spesso in un’ennesima fonte di agitazione. Inoltre, bisogna ricordare che anche il prodotto più innovativo e tecnologico non sarà mai dotato della precisione e dell’accuratezza insita nei dispositivi a uso clinico, di cui sono forniti gli ospedali.
I baby monitor in commercio possono essere suddivisi in due categorie ovvero quelli che si limitano a trasmettere l’audio e quelli che si estendono anche al campo visivo.
Nel primo caso, i baby monitor audio consentono di registrare i suoni emessi dal neonato e possono indicare alcuni parametri basilari relativi alla salute del piccolo. I suoni, tuttavia, possono essere spesso interpretati in modo errato dai genitori che, quindi, sono costretti a recarsi di persona dal figlio per sincerarsi delle sue condizioni.
Nel caso dei baby monitor visivi, invece, al suono vi aggiunge anche la trasmissione dell’immagine del bambino. Alcuni prodotti, poi, presentano numerose funzioni e strumenti di personalizzazione.
Una delle principali differenze tra i vari modelli di baby monitor in commercio, poi, riguarda la possibilità di ricorrere a una comunicazione bidirezionale che permetta ai genitori di interagire con il bambino. I prodotti che offrono una simile funzione, però, solitamente non sono dotati di apparato video.
Infine, qualora si scelga di acquistare un baby monitor, inteso come strumento di supporto aggiuntivo per i genitori, è necessario prendere in considerazione alcune delle funzioni più utili introdotte su simili dispositivi. In particolare, è utile valutare un modello che sia fornito di:
LEGGI ANCHE: Unboxing: cos’è e quali rischi comporta per i bambini