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Sicuramente, per chi è al primo figlio, il parto è un appuntamento che può creare nella futura mamma un po’ di ansia e paura. Durante tutti e i nove mesi di gravidanza sono tantissime le domande che una donna si fa: quando iniziano le doglie? Saprò riconoscerle? E il travaglio? Durerà molto? Riuscirò a dilatarmi? Insomma, il parto, per una donna, è il momento più bello ma anche quello che spaventa di più. In linea di massima, il parto può essere suddiviso in quattro parti: si inizia con la preparazione, momento in cui il corpo della futura mamma si prepara al passaggio del bambino, poi si passa alla fase di dilatazione seguita da quella di espulsione e infine, si parla di secondamento, ovvero fase in cui viene espulsa la placenta. Ma come riconoscere tutti i segnali giusti? Come capire che è arrivato il momento giusto per andare in ospedale? Se siete al vostro primo parto, allora ecco qui qualche dritta su come avviene il parto naturale, qualche informazione in più che vi potrà forse aiutare a schiarirvi le idee e ad arrivare più preparate al grande giorno.
Come riconoscere le doglie
Durante tutti i nove mesi di gravidanza, una donna può spesso sentire dei “doloretti” al basso ventre, solitamente causati dal movimento del feto. Ecco perché, una delle domande più ricorrenti di una donna in dolce attesa è: ma riuscirò a riconoscere la doglie, quelle vere? La risposta è sì. Riconoscere quelle vere, dai classici doloretti da gravidanza, è molto facile. Innanzitutto sono caratterizzate da ritmicità e da un livello crescente di intensità: si comincia con delle contrazioni che si intervallano all’incirca mezz’ora l’una dall’altra per poi via via diventare sempre più ravvicinate e il dolore, inizia piano piano, sopportabile, per poi diventare sempre più intenso. Molte donne, riconoscono il dolore, sentendo delle fitte molto intense al basso ventre e nella parte lombare della schiena. Tra una contrazione e l’altra, il dolore sparisce completamente dando alla donna il tempo adatto a recuperare. Se avete deciso di trascorrere il travaglio a casa, potete anche concedervi una doccia o un bagno caldo, una tecnica suggerita anche dalle ostetriche perché aiuta a rilassare i muscoli e quindi a ridurre un po’ la percezione del dolore.
Quanto dura il travaglio
E’ davvero molto difficile fare una previsione giusta sulla durata del travaglio perché è un periodo di tempo molto variabile che cambia da donna a donna. Spesso, le primipare affrontano un travaglio più lungo rispetto a donne che sono invece al secondo o al terzo figlio, ma anche questo è un elemento non certo. Tendenzialmente, un travaglio può avere una durata media che va dalle 6 alle 12 ore, tenendo conto del fatto che la dilatazione è di circa 1 cm all’ora e l’espulsione avviene quando si arriva a 10cm di dilatazione. Ci sono donne che in meno di cinque ore partoriscono e altre, invece, che arrivano ad affrontare anche 20 ore di travaglio. Tutto è molto soggettivo: è proprio vero che ogni parto ha una sua storia. Pare che le primipare, tendenzialmente, hanno un travaglio più lungo rispetto alle donne invece che sono al secondo o terzo figlio.
Fasi della dilatazione: quando avviene il parto
Quando inizia il travaglio vero e proprio, il collo dell’utero si appiana completamente e si dilata fino ad arrivare a circa dieci centimetri di diametro creando il canale del parto. La prima fase della dilatazione è quella che arriva fino ai 6 centimetri: qui le contrazioni sono ancora abbastanza distanziate e sopportabili. Nella seconda fase, quella fino ai 10 centimentri, le contrazioni diventano più intense e il bimbo è pronto per essere espulso. Il parto, dunque, avviene proprio nella fase finale quando siete arrivate ai 10 cm di dilatazione. A questo punto, infatti, ad ogni contrazione il vostro corpo vi “dirà” quando spingere: solitamente, la parte conclusiva del parto dura un’ora o due: è l’ultimo sforzo che dovete fare per poter abbracciare il vostro piccolo. La stanchezza sarà tanta ma vedere quel faccino sul vostro petto vi ripagherà di ogni cosa. Dopo circa 15-20 minuti dal parto, ci sarà l’ultima fase, ovvero quella dell’espulsione della placenta.
Quanto dolore si prova
C’è chi parla di dolore insopportabile, di bruciore e chi invece paragona il travaglio al classico dolore da ciclo, però un pochino più intenso. E’ davvero difficile dire quanto dolore si può provare durante un parto naturale perché, davvero, ogni donna è fatta a suo modo e qualcuno può avere la soglia del dolore molto alta, altre invece molto bassa. Tutto dipende molto dalla vostra soglia di dolore, che è molto variabile. Ma su una cosa, sono tutte d’accordo: una volta messo al mondo il vostro bimbo, qualsiasi ricordo di dolore svanirà dalla vostra mente.