È emergenza sociale sulle pagine di cronaca: aumentano tra gli adolescenti i casi di bullismo e cyberbullismo, revenge porn e il body shaming. Interviene il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani su educazione, collaborazione e contrasto alla violenza. Ecco la campagna di sensibilizzazione e prevenzione #SbulloniamoIlBullismo2025
di Redazione Mamme Magazine
Si moltiplicano sulla stampa le notizie di una situazione allarmante tra gli adolescenti italiani con l’incremento di fenomeni quali il bullismo, il cyberbullismo, il revenge porn e il body shaming. Manifesta preoccupazione e lancia una campagna di prevenzione il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani.
“Siamo consapevoli che le scuole rivestono un ruolo fondamentale nella formazione di cittadini consapevoli e responsabili – scrivono in una nota -. Non basta più rispondere a tali fenomeni con semplici interventi punitivi; è necessario un cambiamento culturale profondo che metta al centro il rispetto per la dignità umana, la promozione dell’empatia e la tutela dei diritti individuali”.
La legge esiste ma basta?
Denigrazione e pressioni, molestie e ricatto, diffamazione e persino aggressioni. Come contrastare questi fenomeni? La legge 71/2017 è il più importante testo normativo per la prevenzione e la lotta al fenomeno del cyberbullismo, a rafforzamento degli interventi educativi e rieducativi in modo da arginare e contrastare una serie di condotte. Ma per i docenti assistere a tanti adolescenti ” addirittura inclini alla prevaricazione e alle malvagità gratuite rappresenta un fallimento educativo” nella trasmissione dei valori umani.
Educazione a scuola
Oltre che di fare rete con famiglie e forze dell’ordine, sottolineano quindi la necessità di fare prevenzione: “È imperativo che nelle scuole venga implementato un programma di sensibilizzazione che affronti in maniera integrata e strutturata i temi del bullismo, del cyberbullismo, del revenge porn e del body shaming. I ragazzi devono essere educati alla responsabilità nelle loro azioni, online e offline, e devono imparare a riconoscere e a contrastare ogni forma di violenza psicologica o fisica”.
I dati allarmanti
Riferiscono i preoccupano i dati dell’Osservatorio indifesa di Terre des Hommes e OneDay (con il coinvoilgimento della community di studenti ScuolaZoo), e del Rapporto Espad Italia 2023, firmato dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa – Cnr-Ifc. Emerge, dal primo documento, che su 1700 ragazzi intervistati il 65 per cento di loro dichiara di essere stato vittima di violenza e tra questi il 63 per cento ha subito atti di bullismo (il 19 per cento di cyberbullismo). Dal secondo si percepisce che gli atti di bullismo a scuola riguarderebbero attualmente in prevalenza la fascia d’età 11-13 anni e il fenomeno cresce se la classe è a prevalenza maschile.
Le ragioni degli attacchi
Le vittime minorenni vengano bullizzate in ragione, tendenzialmente, di questioni di genere, di orientamento sessuale, di disabilità. Inoltre è particolarmente devastante sulla dignità il revenge porn: colpevolizza e strumentalizza chi lo subisce mentre viene assolto chi lo compie. Perché? Una ragazzata e lo dicono soprattutto i genitori dei responsabili. In realtà non c’è nulla da sminuire: davanti a reati gravi si deve procedere sia sul piano legale che con un’azione educativa mirata.
Le discriminazioni per l’aspetto fisico
“Il body shaming è un altro risvolto della matrioska bullismo / cyberbullismo; infatti la derisione del corpo altrui trova fertile terreno tra i banchi di scuola, fomentata dalla cultura dell’apparenza e dalle insicurezze adolescenziali – denunciano i docenti -. La condanna e l’umiliazione di chi non corrisponde ai canoni estetici dominanti possono avere effetti devastanti sull’autopercezione degli studenti, favorendo l’insorgenza di disturbi alimentari, depressione e ansia”.
La campagna di divulgazione
Ecco l’invito alle scuole di segnalare i progetti d’avanguardia per contrastare questi fenomeni sotto il cappello della campagna “#SbulloniamoIlBullismo2025”. “È necessario che la scuola diventi un luogo di promozione dell’inclusività e della valorizzazione della diversità fisica, affinché ogni studente possa sentirsi rispettato e accettato per ciò che è”, spiegano. E concludono: “La scuola deve essere un rifugio sicuro, un luogo dove ogni individuo possa crescere in serenità, senza il peso di pregiudizi o violenze. Solo con l’impegno di tutti possiamo arginare questi fenomeni e costruire una società più equa e rispettosa dei diritti di ciascuno”.
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