Da molti anni a questa parte, grazie all’emancipazione, le donne godono dell’eguaglianza giuridica e degli stessi diritti degli uomini. Ora, infatti, si possono vedere anche in quelle professioni che in passato erano acconsentite solo dagli uomini. La necessità economica, che comporta lo stare svariate ore fuori casa, fa sì che le donne non abbiano purtroppo tempo a sufficienza per occuparsi dei figli. Nella maggioranza dei casi, non avendo l’aiuto di familiari che possano prendersi cura dei loro pargoletti e non volendo una baby-sitter, decidono di affidarli a un asilo. A questo punto, non rimane altro che vagliare se conviene di più mettere i figli in un asilo pubblico o privato.
Asilo pubblico o privato: come poterne accedere
Negli ultimi anni, in Italia sono sorti molti asili privati, a sostegno di quelli pubblici. Questi asili offrono ne più ne meno di quello che possono dare gli asili pubblici. Le sole differenze sono che, essendo privati, possono decidere per una maggiore flessibilità oraria e le rette mensili sono più care. Le iscrizioni agli asili pubblici o privati sono consentite solamente a bambini di età compresa tra i 3 mesi ( in alcuni casi i mesi devono essere 6) e i 3 anni non compiuti. Inoltre, dal 2018, per poter far sì che un bambino possa essere ammesso in queste strutture, è necessario presentare la certificazione che attesti che ha fatto tutte le vaccinazioni obbligatorie. Se si è in possesso di questo due requisiti, si può presentare domanda di ammissione.
Gli asili pubblici richiedono la compilazione di una documentazione, fornita dall’Amministrazione. Fatto ciò si devono attendere i tempi di pubblicazione delle graduatorie, al fine di constatare l’avvenuta o meno ammissione.
È necessario tenere a mente che i posti sono limitati e che quindi bisogna anticipare il più possibile i tempi, per quanto riguarda la compilazione dei moduli.
La documentazione si basa sulla compilazione dei dati del proprio nucleo familiare. Inoltre, a questa vanno allegate le fotocopie (sempre dei componenti della famiglia) dei codici fiscali, dei documenti di riconoscimento in corso di validità e di eventuali certificati medici o di invalidità. Per quanto riguarda gli asili privati la trafila è molto più semplice. Infatti, è sufficiente compilare un modulo di iscrizione e, se il bimbo viene accettato perché vi è disponibilità di posti, pagare la retta mensile.
Asili pubblici e privati: pro e contro
Come primo aspetto, si fa riferimento ancora una volta al soggetto dell’ammissione.Si è detto che nelle strutture pubbliche, come in quelle private, il fatto che un bambino venga ammesso oppure no dipende dai posti liberi disponibili. Ma c’è un elemento in più che interessa gli asili pubblici, e cioè che l’accettazione è spesso influenzata dal valore ISEE familiare. Questo non vale per gli asili privati.
Il secondo aspetto da valutare è il costo mensile. Gli istituti pubblici calcolano il costo basandosi sulla fascia di reddito di appartenenza e sulla fascia d’orario scelta. Di contro, per quelli privati il tot al mese è determinato dalla struttura, dai servizi richiesti e dalla fascia d’orario stabilita.
Come terzo aspetto vi è proprio l’orario. A stabilire l’orario negli asili pubblici, che solitamente è fino alle 16:00, è il Comune, per mezzo di un regolamento. Molta più flessibilità vi è invece negli asili privati. L’orario viene decretato proprio dalla struttura e di solito arriva a toccare anche le 6 del pomeriggio
L’ultimo aspetto in questione è quello del periodo in cui poter presentare la domanda d’iscrizione. Agli istituti pubblici, le domande possono essere presentate a partire da febbraio-marzo ed entro la metà di aprile. Per gli asili privati invece la presentazione della domanda va esibita entro la fine dell’anno scolastico precedente. Potrebbe essere anche in altri mesi, qualora vi siano posti liberi.