Un caso di violenza sessuale domestica che lascia a bocca aperta arriva direttamente dall’Argentina dove una ragazza è stata violentata da anni dal padre e dal fratello.
Violentata dal padre resta incinta del fratello
Una notizia che ha lasciato tutti senza parole. L’ennesimo caso di violenza sessuale su minore che si è interamente consumato all’interno delle mura domestiche. Protagonista di questa triste storia è una ragazza argentina che ora ha raggiunto la maggiore età ed ha avuto il coraggio di denunciare i suoi carnefici. Si chiama Ana Paula ed è originaria della provincia di San Juan in Argentina, Sud America. La ragazza ha avuto il coraggio di denunciare i genitori e il fratello per averla violentata e abusata sin da quando era una bambina. Durante il processo la ragazza ha descritto con parole dure le verità che in tutti questi anni l’hanno vista protagonista, dichiarando agli inquirenti: ”Sembravamo una famiglia normale, ma loro in realtà erano psicopatici”. Il coraggio di denunciare i suoi familiari è arrivato solo dopo aver trovato il sostegno di un’associazione che si occupa del sostegno di donne abusate e violentate. Ana Paula ha così trovato il coraggio di raccontare alle forze dell’ordine locali quello che da anni era costretta a subire in silenzio. Racconta come è iniziato l’incubo: è stato proprio il padre ad iniziare la lunga serie di abusi molestandola per la prima volta quando aveva nove anni. Racconta con molta rabbia e tristezza: ”Il mio primo bacio è stato con mio padre all’età di nove anni”.
Era la madre ad architettare le violenze
Questa la testimonianza della ragazza al processo che, secondo quanto riporta il quotidiano online locale SanJuan8, era costretta a praticare rapporti orali al padre quotidianamente. Come se non bastasse all’età di dodici anni anche il fratello maggiore comincia a molestarla sessualmente. Alla giovane età di quindici anni rimane incinta proprio del fratello ed è costretta a sbarazzarsi del bambino in tutta segretezza. La madre infatti le somministra dei medicinali per un aborto casalingo e lei non può ribellarsi. Questo ”incidente” di percorso porta la madre a costringerla ad utilizzare una spirale come metodo di contraccezione. Un particolare raccapricciante se pensiamo che la donna era pienamente a conoscenza di quello che succedeva in casa e anzi sembra che fosse proprio lei la mente dietro questo gioco diabolico. La madre di Ana Paula infatti agiva nelle retroscene, convincendo e stimolando il marito e il figlio a violentare la ragazza. Durante il processo ora gli imputati si professano innocenti e totalmente estranei alla faccenda. Gli avvocati della ragazza però hanno richiesto alla corte pene esemplari: 22 anni di carcere per il padre, 20 per il fratello e 12 per la madre.