Cos’è l’Apermus e perchè utilizzarlo in gravidanza

Apermus, ancora dopo conosciuto, consiste in un rimedio omeopatico. Esso rende il collo dell'utero più morbido, agevolandone la dilatazione nel parto.

Apermus risulta ancora poco conosciuto in Italia. So tratta di un rimedio omeopatico che offre, tra le altre funzioni, quella di alleviare i dolori tipici del travaglio e del parto durante queste fasi. Ma come agisce? Il suo effetti rende il collo dell’utero più morbido, agevolando la dilatazione necessaria per giungere alla fase espulsiva e infine alla nascita propriamente detta. Il presunto beneficio della sostanza in questione sarebbe dunque quello di rendere il parto un evento meno doloroso. Ma è proprio così? Vediamo meglio come funziona.

Apermus cos’è

Molte donne che hanno già partorito possono testimoniare che Apermus svolge effettivamente la sua funzione principale: ammorbidire il collo dell’utero. Ciò aiuta indubbiamente a ridurre i dolori tipici del parto. Tuttavia, non bisogna pensare a questo prodotto come a una sostanza miracolosa che renderà indolore l’intero processo. Pur offrendo un valido sostegno, non annullerà i dolori tipici del momento. In molti casi, comunque, l’esperienza sarà leggermente più breve. Nel caso in cui aveste intenzione di provare, è indispensabili rivolgervi prima a un esperto, ovvero il medico omeopata. Lei o lui potrà infatti consigliarvi la posologia migliore. Sebbene ne esista una standardizzata, infatti, ogni donna è diversa dalle altre e sarebbe meglio seguire un percorso personalizzato per ogni paziente.

Perché usarlo in gravidanza

Sebbene la funzione dell’Apermus sia quella di facilitare il parto, esso non deve essere assunto esclusivamente in questo momento. Al contrario, l’assunzione dovrebbe iniziare precocemente, ovvero intorno alla trentaquattresima settimana di gravidanza. Bisogna cominciare assumendo, per tre volte al giorno, cinque globuli. Le dosi aumenteranno invece in corrispondenza della trentasettesima settimana di gestazione, quando le dosi raddoppieranno, giungendo a dieci globuli per tre volte al giorno. Al momento del travaglio attivo, infine, e fino all’espulsione, occorrerà ingerire cinque globuli ogni quarto d’ora. Come accennavamo, si tratta di un dosaggio standard, che dovrebbe essere rivisto insieme al medico per adattarsi alle necessità della persona.

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