Molti bambini a un certo punto parlano del loro amico immaginario. Ci sono casi in cui bisogna prestare più attenzione
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Il bambino e il suo amico immaginario
Intorno ai tre anni, durante la prima infanzia, parecchi bambini iniziano a galoppare con la fantasia costruendo la figura di un amico immaginario che lo segue nella sua quotidianità.
In genere l’amico immaginario scompare con la frequenza del primo anno della scuola primaria ma ci sono casi in cui rimane anche fino alla fine del quinquennio scolastico.
Nell’immaginario del bambino questo amico che non lo lascia mai è un personaggio spesso vicino alla sua affettività; può essere un coetaneo, una sorella o un fratello, un animale, un personaggio di un film o di un libro, una fata.
La fantasia di un bambino, capace di costruire un amico che non lo abbandona mai, che è presente in ogni suo momento, compresa la notte, che lo consiglia, che lo aiuta a crescere e a comprendere il difficile, complicato e tortuoso mondo degli adulti.
L’amico immaginario, in genere, ha molte qualità. È molto saggio, ha diverse conoscenze, ha insolite esperienze alle sue spalle, ha viaggiato ed è in grado di dare consigli per le situazioni più difficili.
Per questo amico il bambino pretende ci sia anche un posto a tavola perché, pur consapevole che si tratta di un gioco, per lui il gioco è assolutamente serio: desidera essere preso sul serio e assecondato.
I genitori sono spesso impreparati per la presenza improvvisa dell’amico immaginario e tendono a preoccuparsi;temono che il proprio figlio stia vivendo situazioni di disagio, sia in difficoltà o, addirittura, malato. In effetti, i genitori paventano che il bimbo possa essere preso in giro.
Ai genitori più preoccupati si propone la lettura e, se possibile la messa in pratica delle seguenti tre regole d’oro:
prima regola – mamma è papà non devono prendere in giro il proprio figlio perché, anche se l’amico non si vede, è reale nella sua mente; non devono nemmeno costringerlo a confessare che non esiste perché sarebbe umiliato;
seconda regola – mamma e papà devono stare al gioco e assecondare la presenza dell’amico a cui il figlio racconta i suoi segreti;
terza regola – mamma e papà non devono mai lasciare da solo il proprio figlio; è meglio che mostrino interesse ma discrezione osservandolo e comprendendo se nel gioco ha bisogno della loro presenza.
La presenza dell’amico avviene nell’età in cui il bambino inizia a relazionarsi con il mondo esterno, fuori dalla propria famiglia. A lui il bambino confida le sue paure e lui lo consola e lo aiuta a risolvere le grandi problematicità che i grandi non comprendono. L’amico immaginario condivide con il bambino giochi e interessi, non è invidioso ed è molto buono.
Avere un amico immaginario aiuta il bambino a sostenere alcuni momenti di difficoltà come il passaggio dal nido alla scuola dell’infanzia, l’arrivo di un fratellino.
La comparsa dell’amico immaginario coincide sicuramente con un momento in cui il bambino è particolarmente fragile, ma non è ancora in grado di esprimere pienamente le sue emozioni ma con lui riesce a relazionarsi e interagire, si confronta quotidianamente e impara a conoscere meglio se stesso.
Si è portati a pensare che il bambino che ha l’amico immaginario è un bimbo timido e piuttosto problematico, ma non è così.
Il bambino che ha un amico immaginario è interessato alla vita degli altri ed è motivato a conoscere aspetti diversi, ama giocare in maniera non proprio infantile ma con fantasia e immaginazione, ha proprietà di linguaggio e instaura con il suo amico lunghi dialoghi articolati.
Poiché l’amico immaginario è una presenza per il bambino di un determinato periodo della sua crescita, scomparirà quasi improvvisamente e in maniera naturale.
Solo se la presenza dell’amico immaginario continua dopo la fine della Scuola Primaria, verso gli undici anni, e il bambino comincia a isolarsi, chiudendosi in se stesso e rifiutando i coetanei, i genitori possono iniziare a dar retta a un campanello d’allarme.
Se a tali comportamenti si nota nel bambino anche un forte disagio, rabbia e irritabilità allora è necessario comprendere più a fondo le cause.