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L’allattamento misto è una tecnica di allattamento che consiste in realtà nell’alternanza di seno e biberon nella nutrizione del bebè. Tale metodo può essere utilizzato in diversi contesti e per motivi differenti. Le ragioni principali che conducono a questa scelta, comunque, restano principalmente due. La prima si verifica quando la madre che allatta al seno termina il periodo del congedo e deve rientrare al lavoro. Di conseguenza, ci saranno orari in cui dovrà delegare il compito della nutrizione e non potrà allattare al seno.
Inoltre, questa tecnica viene anche ampiamente sfruttata da quei genitori che intendono iniziare a breve lo svezzamento del proprio figlio. in questo modo, infatti, si abitua il bambino a un sapore differente a quello del latte materno. Inoltre, le ghiandole mammarie della donna, meno stimolate a causa di poppate meno frequenti, cominciano a ridurre la produzione di latte.
Cos’è l’allattamento misto
Come spiegato nell’introduzione, l’allattamento misto consiste nel nutrire un neonato con due tipi di latte: quello materno e quello artificiale. Per quanto riguarda quest’ultimo, è sempre meglio optare per il latte in polvere piuttosto che per il latte già in forma liquida. Il secondo, infatti, ha una durata massima di ventiquattro ore. Di conseguenza, si incorre spesso in sprechi, poiché le dosi vendute potrebbero non corrispondere con quelle consigliate dal pediatra. A tal proposito, è bene specificare che prima di cominciare l’allattamento misto occorre rivolgersi obbligatoriamente a questo medico per ottenere indicazioni sulle modalità e le dosi con cui proseguire.
L’allattamento misto può essere di due tipi: complementare o alternato. L’allattamento complementare consiste nel sottoporre al bambino, nel corso di ogni poppata, prima il seno e poi il biberon. Come regola generale, bisognerebbe lasciare il piccolo attaccato alla mammella per circa un quarto d’ora, quindi staccarlo e proporgli il biberon. Il biberon deve essere tenuto ben inclinato per evitare il passaggio di aria nella bocca e quindi nello stomaco del neonato, congiurando così il pericolo di coliche e gas intestinali.
L’allattamento alternato, invece, prevede di proporre alternativamente il seno e il biberon, in momenti diversi della giornata. Bisogna sempre iniziare offrendo il biberon solo una volta al giorno per verificare come il bambino reagisce: occorre infatti considerare che potrebbe non apprezzare il sapore del latte artificiale né la consistenza della tettarella di gomma. Si tratta del metodo più utilizzato dalle madri lavoratrici che, in alcuni orari, sono impossibilitate a nutrire direttamente i propri figli.
I vantaggi
L’allattamento misto rappresenta quasi sempre un’alternativa pratica all’adozione esclusiva di uno dei due metodi. Esso trasmette infatti al bambino tutti i benefici dell’allattamento al seno in termini di legame fisico con la madre e di rinforzo delle difese immunitarie.
Allo stesso tempo, però, consente anche la praticità garantita dal biberon e la flessibilità degli orari, poiché l’allattamento con biberon non deve essere effettuato esclusivamente dalla madre, ma si tratta di un compito delegabile.
Inoltre, l’allattamento misto consiste nella scelta migliore qualora la madre non possa o non voglia restare esclusivamente dalle mura domestiche perché il suo rientro al lavoro è richiesto o perché lei stessa non vuole compromettere la sua carriera. Inoltre, rappresenta un valido strumento nel caso in cui la montata lattea della donna risulti insufficiente a soddisfare il fabbisogno del neonato.
I contro
Uno dei principali svantaggi comportati dall’allattamento misto è che, secondo il consiglio degli esperti, esso può essere introdotto solo una volta superato il primo mese di vita del bebè. Un’introduzione precoce, infatti, potrebbe confondere il piccolo e causare problemi durante la poppata.
Inoltre, la minore stimolazione delle ghiandole mammarie, causata dal minor numero di poppate giornaliere, provocherà una diminuzione nella produzione di latte materno rispetto a un’alimentazione esclusivamente al seno. Infine, almeno durante le prime poppate al biberon, non dovrebbe essere la madre a somministrare il latte al figlio. Sentendo e riconoscendone l’odore, infatti, il neonato potrebbe rifiutare il latte artificiale per tentare di attaccarsi al seno.
Quando sceglierlo
Come abbiamo detto, l’allattamento misto può essere introdotto solo una volta superato il primo mese di vita del neonato. Ma sino a quando proseguire con tale metodo?
In tal senso, non esistono indicazioni precise. In molti casi, questo rappresenta l’anticamera dello svezzamento. Dunque, esso deve essere adottato sino al momento in cui il bambino sarà in grado di nutrirsi esclusivamente con alimenti solidi o semi solidi. In genere, infatti, l’allattamento misto prosegue fino al momento in cui il bebè non necessita più del latte materno.