Come gestire al meglio l’allattamento misto

L'allattamento misto consiste nella combinazione tra latte materno e latte artificiale per nutrire il neonato

L’allattamento misto rappresenta un compromesso tra le due alternative tradizionali. Esso infatti prevede che il lattante non venga nutrito esclusivamente con il latte materno o con quello artificiale, bensì per mezzo di entrambi. Per quanto riguarda il latte artificiale, come vedremo meglio nel corso dell’articolo, in genere è meglio preferire quello in polvere da quello che si acquista già in forma liquida. In ogni caso, per la scelta bisogna seguire sempre le indicazioni del pediatra. Assolutamente vietato si rivela invece il latte vaccino. Esso, infatti, presenta scarsa digeribilità e non può essere consumato dal bambino che non abbia ancora compiuto l’anno di età.

Che cos’è?

Se l’allattamento misto, come spiegato nell’introduzione, consiste in una compenetrazione tra i due tipi di latte, esso può essere affrontato in due modi differenti. Si tratta dell’allattamento complementare e di quello alternato, che differiscono tra loro per il criterio e la frequenza con i quali si somministra al neonato un tipo di latte piuttosto che l’altro. Inoltre, le due alternative rispondono a differenti esigenze. L’allattamento misto complementare prevede la somministrazione, a ogni poppata, di entrambi i tipi di latte.

In genere si comincia con il latte materno, quindi si lascia che il bambino succhi il seno per circa quindici minuti. A questo punto, staccate il piccolo e passate ad allattarlo con il biberon, offrendogli quindi il latte artificiale. Questo metodo viene generalmente scelto quando la montata lattea della madre non è sufficiente. Essa può essere scarsa, e dunque, non soddisfare il fabbisogno del figlio. Nel caso di due o più gemelli, questa situazione risulta più frequente.

L’allattamento misto alternato, invece, prevede la somministrazione di un solo tipo di latte durante la medesima poppata. Quindi accade, ad esempio, che il neonato consumi il latte materno durante la poppata del mattino e quella della sera, ma latte artificiale attraverso il biberon durante quella del pomeriggio. Quella descritta rappresenta la situazione tipica della madre che, dopo il periodo di congedo, torna al lavoro e quindi non può allattare il proprio figlio durante ogni momento della giornata. Un’altra situazione nella quale viene applicato tale metodo è quando ci si avvicina allo svezzamento e dunque si vuole ridurre la produzione di latte materno. Se gli orari lo consentono, è preferibile proporre il latte artificiale durante la poppata della sera, prima che il bambino si corichi. Il latte artificiale risulta infatti più pesante e il neonato dormirà meglio e con un numero minore di interruzioni durante la notte.

I problemi più comuni

Quali sono i problemi a cui si va più frequentemente incontro quando si sceglie l’allattamento misto? Innanzitutto, soprattutto nel caso del metodo alternato, la montata lattea diminuirà. La produzione di latte materno, infatti, dipende dalla stimolazione attraverso la suzione. Ciò significa che, meno il bambino si attaccherà al seno per succhiare, meno latte verrà prodotto. Questo è auspicabile quando ci si avvicina allo svezzamento, ma rappresenta al contrario una controindicazione per quelle madri che vorrebbero continuare ad allattare al seno i propri figli ma non possono farlo in alcuni momenti della giornata. Un’altra questione che potrebbe presentarsi consiste nella reazione del bambino.

Il latte artificiale, per quanto studiato ad hoc per i neonati, non potrà mai avere lo stesso identico sapore di quello materno. Il piccolo, abituato a quest’ultimo, potrebbe reagire negativamente alla proposta del biberon. Inoltre, la tettarella di questo è inodore e insapore, diversamente dal capezzolo materno. Dunque, è essenziale che il bambino si abitui alla nuova routine, ma questo passaggio potrebbe non essere privo di ostacoli per coloro che sono abituati dalla nascita a nutrirsi esclusivamente attraverso il seno.

I migliori biberon

Per poter effettuare l’allattamento misto è necessario, ovviamente, il biberon. Tramite questo strumento, infatti, verrà somministrato il latte artificiale necessario a completare la nutrizione del neonato. Come scegliere il biberon? La tettarella di quest’ultimo dovrebbe essere il più possibile simile al capezzolo della mammella materna. Molte, infatti, imitano proprio, per forma e dimensioni, i capezzoli femminili nella fase di allattamento, così da rendere meno traumatica la transizione per il lattante.

Bisogna comunque considerare che la consistenza, per quanto bene imitata, non potrà mai essere la stessa di quella del vero capezzolo. Inoltre, la tettarella del biberon non presenta, al contrario di quella della mamma, un particolare odore o sapore. Il bambino, quindi, potrebbe comunque rifiutarla nei primi tempi.

In ogni caso, le moderne ricerche hanno consentito ulteriori sviluppi in questo senso. I biberon più consigliati per l’allattamento misto, infatti, offrono anche un’angolazione che imita quella offerta dall’allattamento al seno e la posizione del bambino in braccio alla mamma, al fine di garantire un senso di continuità. Inoltre, è sempre meglio scegliere un biberon con base ventilata. In caso contrario, prestate particolare attenzione all’inclinazione del biberon mentre allattate il bambino. La tettarella, infatti, deve riempirsi di latte.

Diversamente, avverrebbe un passaggio d’aria nella bocca e quindi nell’intestino del piccolo. Ciò provocherebbe problemi legati a coliche e gas intestinali. Meglio inoltre optare per un biberon graduato, per non rischiare di sbagliarsi sulle quantità. Infine, una delle innovazioni più incredibili consiste nella possibilità di riscaldare il latte direttamente all’interno del biberon, schiacciando un pulsante grazie al quale, in qualche secondo, il contenuto raggiungerà la temperatura desiderata.

Passare all’allattamento al seno

Il caso più frequente consiste nel passaggio dall’allattamento esclusivamente al seno a quello misto. Tuttavia, può presentarsi anche la situazione rovesciata. Alcune madri, infatti, dopo un periodo di allattamento misto, ritrovano la possibilità e la volontà di nutrire il proprio figlio esclusivamente al seno. La questione dunque è: risulta possibile effettuare questo passaggio inverso? La risposta è sì, ma bisogna seguire alcune regole. In genere, questa situazione si presenta quando l’aggiunta di latte artificiale è avvenuta in tempi precoci.

Ad esempio, questo accade quando il bambino non si attacca il seno oppure risulta sottopeso. Superata questa fase, la mamma cercherà di attaccare di più il bimbo al seno. Tuttavia, spesso la mammella verrà rifiutata, con la conseguenza che, per non rischiare che il neonato non si sviluppi correttamente, occorrerà aumentare ulteriormente le dosi di latte artificiale. Come interrompere questo circolo vizioso?

Se il bambino rifiuta il seno oppure i capezzoli sono doloranti, occorrerà aiutarsi con un paracapezzoli ed estrarre il latte in eccesso. Ciò avverrà con un tiralatte. Perché la produzione non diminuisca, l’estrazione deve avvenire in modo regolare e sistematico. Solo così, infatti, il latte materno potrà aumentare. Mettete questo latte nel biberon del piccolo, in modo che riprenda confidenza almeno con il suo sapore. Inoltre, si consiglia di impiegare un biberon che termina con un cucchiaino. Abituato al super-stimolo della tettarella artificiale, infatti, il lattante potrebbe incontrare maggiori difficoltà a riprendere la suzione dal seno.

Inoltre, non aspettate troppo prima di intervenire poiché, più passa il tempo, più sarà difficile recuperare. Man mano che il latte aumenterà, eliminate l’utilizzo del biberon per sostituirlo con strumenti alternativi. Aumentate inoltre il numero delle poppate: esse devono essere almeno otto e, se necessario, potete svegliare il bambino. Infine, tirata il latte almeno otto volte durante le ventiquattro ore, di cui una o due volte durante la notte.

La quantità di latte artificiale

Per poter procedere con l’allattamento misto, è necessario che la quantità di latte artificiale somministrata sia corretta. Infatti, mentre il latte materno può essere offerto, fino a quando il neonato risulta sazio, per il latte artificiale lo stesso discorso non è valido. Esso risulta infatti più pesante e le dosi devono essere fisse. Per stabilire la quantità giusta di latte attraverso il biberon, è necessario consultare il pediatra. La quantità corretta, infatti, varia in funzione del singolo lattante, del suo peso, della sua età e di tutte le altre caratteristiche rilevanti. Sarà il medico quindi a guidarvi: ricordatevi di seguire con precisione le sue indicazioni.

Come dosare poi il latte, una volta conosciuta la quantità corretta? Potete pesarlo mentre è ancora in polvere, oppure misurarlo grazie a un bicchiere graduato o allo stesso biberon. Proprio a tal fine, si consiglia di optare per il latte in polvere piuttosto che per quello venduto già in forma liquida. Le dosi di quest’ultimo, infatti, sono spesso eccessive e quindi si andrà incontro a uno spreco sicuro.

Regole generali da seguire

Quali sono le regole da seguire per ottimizzare l’allattamento misto? La prima potrebbe sembrare bizzarra. La poppata attraverso il biberon, almeno le prime volte, non dovrebbe essere effettuata dalla madre che allatta il piccolo. Va benissimo invece che sia l’altro genitore a farlo, anzi è consigliato. Il bimbo, avvertendo l’odore del latte materno, potrebbe infatti rifiutare quello artificiale. Se invece è il padre a procedere con l’allattamento al biberon, tale rischio non sussiste. Anche per l’allattamento al biberon, è sempre saggio mantenere un contatto visivo con il bambino, facendolo sentire rassicurato. Si tratta infatti di un momento importante e cruciale per la creazione di un legame profondo e duraturo, nonché per far sentire il bambino accudito.

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