L’Adenomiosi uterina è una malattia che attualmente colpisce un quinto delle donne in età fertile dai 40 anni in su. Nonostante sia così diffusa essa è ancora oggetto di ricerche e studi da parte della comunità medico-scientifica poiché non se ne conoscono le cause da cui può derivare.
Questa condizione è dovuta alla presenza di endometrio nella parete muscolare dell’utero che porta all’infiammazione dello stesso, provocandone un progressivo allargamento. Chi soffre di questa patologia può riscontrare un utero fino a tre volte più grande del normale.
Esistono due diversificazioni sostanziali che prevedono in un caso un ingrandimento dell’utero localizzato una specifica area, nell’altro un allargamento globale e diffuso su tutta la parete uterina.
Essendo in parte asintomatica è oltremodo difficile avere una diagnosi tempestiva, molte donne infatti scoprono di essere affette da Adenomiosi anche per merito di controlli incrociati non prettamente mirati. Secondo il Ministero della Salute i sintomi da non sottovalutare sarebbero la perdita eccessiva del flusso mestruale, mestruazione dolorosa e anemia. Tuttavia tali sintomi non sono sempre presenti, soprattutto in casi di Adenomiosi leggera.
L’Adenomiosi è causa d’infertilità?
Alcuni recenti studi scientifici hanno messo in correlazione l’Adenomiosi con la possibile riduzione delle possibilità di concepimento da parte della donna, portandola in alcuni casi all’infertilità.
Tuttavia questo tema risulta essere ancora in dibattito nella comunità scientifica, tanto che sono attualmente in corso ulteriori studi per avvalere la ricerca menzionata.
L’unico trattamento efficace contro la malattia è l’esportazione chirurgica dell’utero, quindi in tale senso possiamo affermare che l’Adenomiosi, nei casi più gravi, degenera inevitabilmente all’impossibilità di poter concepire.
Si può prevenire l’Adenomiosi?
Come già accennato, molte donne possono risultare affette da questa malattia pur non avendo mai riscontrato alcun sintomo legato a essa. In questo caso risulta fondamentale agire tramite controlli preventivi.
Un’ecografia o una risonanza magnetica per immagini pelvica possono evidenziare l’anomalia dell’allargamento della parete uterina ponendo il sospetto di possibile Adenomiosi. Qualora le evidenze portassero all’insurrezione del dubbio di Adenomiosi si agirà tramite controlli specifici e mirati come l’ecografia transvaginale, che prevede l’inserimento di una sonda ecografica nella vagina.
Tuttavia la diagnosi esatta può essere redatta soltanto dopo l’esportazione dell’utero tramite isterectomia, e il successivo esame istologico.
Come si cura?
Tutti i medici concordano che l’unica soluzione efficace per debellare la malattia risulta essere l’asportazione chirurgica dell’utero, o della parte interessata, attraverso un intervento d’isterectomia.
Esistono tuttavia metodi alternativi che possono risultare più o meno efficaci a seconda della gravità, questi però vanno a beneficiare sui possibili sintomi del dolore .
Uno dei sistemi più utilizzati per contrastare il sintomo di eccessivo sanguinamento mestruale consiste nell’uso del dispositivo intrauterino a base di levogestrel. Questo dispositivo è in grado di rilasciare un ormone sintetico femminile capace di attenuare tali sintomi, tuttavia è doveroso ribadire che tale metodo spesso non porta benefici, soprattutto sull’evoluzione della malattia stessa.
Alcuni medici consigliano l’uso di pillole anticoncezionali per regolarizzare il mestruo.
Oltre all’isterectomia non esistono altre soluzioni efficaci per risolvere il problema; l’operazione risulta essere obbligatoria nei casi più estremi, mentre in tutti gli altri si può solamente tenere sotto controllo la sua evoluzione.
Queste metodologie, insieme alla prescrizione di analgesici e antinfiammatori, fanno parte della cosiddetta terapia del dolore.
Qualora abbiate il dubbio di essere affette da Adenomiosi non esitate ad agire tempestivamente, solo in questo modo potrete scongiurare il rischio d’isterectomia.