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L’acqua rappresenta per il neonato un elemento assolutamente naturale. Dopo esser stato immerso nel liquido amniotico per nove mesi, non potrebbe essere diversamente. È per questo motivo che i bambini molto piccoli di solito amano fare il bagnetto e hanno, in generale, un buon rapporto con l’acqua. Dal punto di vista fisico e psicologico, è decisamente consigliabile favorire questo tipo di rapporto tra neonato e acqua. Inizialmente lo si può fare anche a casa, semplicemente utilizzando la vasca da bagno o una grande bacinella piena d’acqua. Successivamente, dai 3/4 mesi di vita (alcuni esperti suggeriscono di aspettare fino ai 5/6 mesi circa), si può iniziare a frequentare una piscina per seguire un corso di acquaticità neonatale.
Acquaticità neonatale: che cosa è?
L’acquaticità neonatale è un’attività che consente ai bambini appena nati di mantenere e prolungare quell’innata familiarità che hanno con l’acqua, fino a poco tempo prima il loro habitat naturale. Sfruttando questa attitudine spontanea, si possono ottenere ottimi risultati utili dal punto di vista dello sviluppo psico-motorio. Inoltre, è un’attività che può giovare moltissimo anche ai genitori, poiché aiuta a rafforzare il legame tra genitore e figlio.
Acquaticità neonatale: quando e come iniziare
Nei primissimi mesi di vita i genitori possono tranquillamente provvedere in ambiente domestico. In seguito è consigliabile rivolgersi a una piscina specializzata, vale a dire munita di apposita vasca destinata alle attività infantili di questo tipo. Si tratta solitamente di vasche non molto profonde, è chiaro, e con un’acqua mantenuta sempre a temperatura piuttosto elevata (un po’ più calda rispetto a quella delle corsie normali). Per stimolare i piccoli e invogliarli ulteriormente a restare in acqua, di solito si utilizzano dei giochini galleggianti colorati e dalle forme accattivanti. Man mano che il bambino cresce, si possono attraversare tre fasi successive: ambientamento, galleggiamento e infine immersione.
Acquaticità neonatale: i benefici
Quali sono i numerosi benefici che l’acquaticità neonatale può avere sui bambini (e anche sui genitori)? Vediamoli brevemente:
- Aiuta a prendere dimestichezza con l’acqua e a non averne timore: i bambini difficilmente cresceranno con la paura del mare e dell’acqua in generale.
- Migliora la salute fisica e mentale: fare movimento fin da piccolissimi è di grande aiuto per lo sviluppo muscolare e per il sistema cardiocircolatorio e respiratorio.
- Rafforza il legame con il genitore: chiunque abbia la possibilità di accompagnare il proprio figlio in un percorso di questo tipo, ne trarrà grandi soddisfazioni sul piano relazionale.
- Aumenta la fiducia nel prossimo e in se stessi: le attività svolte in acqua accrescono la fiducia che il bambino ripone negli adulti e, poco per volta, rafforza la fiducia nelle proprie capacità.
- Sviluppa coordinamento ed equilibrio, altre due importanti funzioni per la crescita corretta del bambino.
- Rilassa e favorisce un buon riposo: l’acqua calda, unita all’esercizio fisico, sicuramente migliorerà la qualità del sonno.
- Favorisce la socialità: ritrovarsi in piscina rappresenta una delle primissime occasioni di socialità per i bambini molto piccoli.
Insomma, l’acquaticità neonatale è senz’altro un’attività sana, intelligente, utile e divertente per qualsiasi bambino.