Acido folico e folati: quali sono le differenze

Acido folico e folati sono termine che vengono impiegati come sinonimi. Questo non è del tutto sbagliato, ma nemmeno completamente corretto.

Acido folico e folati sono termini che vengono spesso utilizzati come sinonimi. In effetti, entrambi indicato provitamine che agiscono sul corpo umano esattamente come una vitamina del gruppo B e, precisamente, la vitamina B9. Essi sono indispensabili nell’alimentazione umana per diversi motivi. Innanzitutto, favoriscono il rinnovamento cellulare, aiutano la trasformazione di proteine in energia, apportano benefici al cuore e alla circolazione, garantiscono un corretto funzionamento del sistema nervoso.

Inoltre, apportano benefici al sistema nervoso, contribuiscono ad abbassare l’omocisteina presente nel sangue, aiutano a prevenire la depressione e l’anemia, favoriscono la produzione di globuli rossi e incentivano le funzioni metaboliche. In gravidanza, l’apporto di folati si rende a maggior ragione importante per garantire il corretto sviluppo del feto ed evitare che nasca con malformazioni. In realtà, necessitano di una dose maggiore di acido folico tutte le persone che, per un motivo o per l’altro, hanno bisogno di un più frequente rinnovamento dei tessuti. Rientrano in questa categoria le donne in gravidanza, quelle che allattano al seno, quelle che assumono contraccettivi ormonali e le persone che svolgono un’attività sportiva intensa.

Acido folico

Cominciamo con le descrizione dell’acido folico. Esso consiste nella forma sintetica dei folati, la forma ossidata della vitamina. Si trova negli alimenti fortificati e arricchiti con le vitamine e nei formulati vitaminici. Si tratta di un acido che, per essere utilizzato, necessita della presenza di uno specifico enzima, denominato diidrofolato reduttasi. L’enzima in questione, relativamente raro nel corpo umano, catalizza la riduzione dell’acido diidrofolico ad acido tetraidrofolico. Quest’ultimo nome designa la forma attiva dell’acido folico nel corpo umano. La sua assunzione comporta quindi, per l’organismo umano, tempi più sostenuti per essere convertito. Alcuni studi suggeriscono che la sua conversione risulterebbe più efficiente qualora esso venisse assunto unitamente altre vitamine del gruppo B, e in particolare la vitamina B6.

Inoltre, il livello di biodisponibilità dell’acido folico è più elevato rispetto a quello dei folati alimentari. Per ‘biodisponibilità’ si intende il livello di sostanza attiva nel corpo in seguito alla sua assunzione. Tale valore viene espresso sotto forma di frazione oppure di percentuale. Secondo le stime dell’Institute of Medicine, l’acido folico assunto tramite il cibo (che si tratti di alimenti fortificati o di semplici integratori) presenta una biodisponibilità uguale o maggiore all’85%. Tale condizione è utile a prevenire alcune condizioni dovute alla sua carenza e i sintomi che le accompagnano. Tra queste sono annoverati i difetti congeniti -in particolare i difetti del tubo neurale-, le malattie cardiache, l’anemia. Il nostro corpo, infatti, sfrutta l’acido folico al fine della produzione di nuove cellule. La biodisponibilità dipende comunque in larga misura dalla fonte alimentare e dalla capacità del soggetto di scindere il poliglutammato e assorbire il folato.

L’acido folico è disponibile anche in integratori. Normalmente, essi non si rendono necessari, in quanto un’alimentazione sana e variegata si rivela sufficiente. Tuttavia, occorre considerare che il fabbisogno aumenta per tutte quelle persone che si trovano in una condizione di aumentato bisogno di rinnovamenti dei tessuti. Rientrano in questa categoria, innanzitutto, le donne in gravidanza e quelle che allattano al seno. Ma sono comprese anche le persone che assumono contraccettivi ormonali e quelle che praticano un’attività sportiva particolarmente intensa.

Folati

Il folato, al contrario dell’acido folico, corrisponde alla vitamina nella sua forma essenziale e naturale. Dunque, è presente negli alimenti, nella forma di poliglutammato dell’acido tetraidrofolico. I folati, solubili in acqua, vengono naturalmente assorbiti dall’organismo umano, che in seguito li può impiegare con facilità. Il sistema digestivo li converte in forma biologicamente attiva, che prende il nome di 5-methyltetrahydrofolate (5-MTHF). In seguito, i folati sono immessi nel gruppo sanguigno.

Per ricostituire le riserve del corpo, si rende necessario assumere i folati di continuo. Occorre però fare attenzione alla preparazione dei cibi. Gran parte dei folati in essi contenuti, infatti, può essere distrutta dai processi di preparazione, cottura e conservazione degli alimenti stessi. Ciò accade poiché si tratta di vitamine idrosolubili. Come tali, esse risultano sensibili all’acidità, all’aria, al calore e alla luce. I folati inoltre presentano, rispetto all’acido folico, un minor livello di biodisponibilità. Ciò significa che solo il 50% dei folati naturalmente presente negli alimenti viene assorbito dall’organismo, contro l’85% di acido folico.

I folati possono essere naturali o sintetici. In entrambe le forme citate, essi servono per le formazione di emoglobina e per la sintesi di DNA e proteine. Rivestono inoltre un ruolo chiave per i tessuti embrionali e, più in generale, per tutti quei tessuti che vanno incontro a processi di proliferazione e differenziazione. Il fabbisogno di folati viene normalmente soddisfatti con l’acido folico assorbito grazie a una dieta normale. Alcune categorie, come le donne in gravidanza, devono invece assumere folati ulteriori.

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