L’acetone colpisce soprattutto i bambini nella prima e nella seconda infanzia, ma come si cura e quali sono i sintomi?
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L’acetone, anche noto come chetosi, è un malessere causato da un’alterazione metabolica che colpisce soprattutto i più piccoli. Prende il nome da un’omonima sostanza che appartiene ai cosiddetti corpi chetonici, sostanze che vengono prodotte dall’organismo nel momento in cui, in assenza di sufficienti scorte di zuccheri, produce energia demolendo gli acidi grassi.
L’acetone colpisce soprattutto i bambini nella prima e nella seconda infanzia, quel periodo della crescita in cui l’organismo, e in particolare il fegato e i muscoli, non sono in grado di assicurare un mantenimento ottimale dei livelli di zuccheri.
La conseguenza più evidente è il manifestarsi, nel bambino, di un senso di malessere, oltre a un alito dall’odore piuttosto sgradevole, che ricorda la frutta matura.
Ma tra i sintomi manifestati dai più piccoli ci sono soprattutto nausea e vomito, talvolta accompagnati da mal di testa, dolore addominale e un diffuso senso di spossatezza. Un effetto dell’acetone è anche la disidratazione, una diretta conseguenza di eventuali episodi di febbre e di vomito.
Naturalmente, anche se l’acetone nei più piccoli è un disturbo molto frequente, non è raro che desti nei genitori uno stato di apprensione. Tuttavia, i sintomi della chetosi sono di natura passeggera e, a dispetto dell’effetto, non devono causare eccessivo allarme.
L’odore persistente, ad esempio, è causa di una reazione che avviene nell’organismo, il quale, per abbassare il quantitativo di corpi chetonici rilasciati dal metabolismo dei grassi, espelle acetone provocando un cattivo odore.
In presenza di disturbi da chetosi è importante capire come curare l’acetone nei bambini, quali possano essere le cause scatenanti e quali regole adottare per prevenirne l’insorgenza. Per quanto riguarda le cause, quella più evidente è il digiuno più o meno prolungato e, nel caso dei più piccoli, anche quello notturno. Tuttavia, ci sono moltissime abitudini che riducono le scorte di zuccheri nell’organismo e che finiscono per scatenare episodi di chetosi.
Come è facile intuire, una delle cause più importanti del manifestarsi di acetone è la dieta: un’alimentazione ricca di grassi ma povera di carboidrati può contribuire a una rapida riduzione degli zuccheri, causando nell’organismo il classico squilibrio da chetosi.
In ogni caso, gli stati chetonemici possono comparire anche a causa di eventi in cui il bambino è soggetto a particolari situazioni di stress. Senza contare gli stati influenzali o febbrili, i quali, con l’aumento della temperatura, richiedono un importante consumo di zuccheri che può condurre, nei più piccoli, a una significativa alterazione del metabolismo.
Quando un bambino manifesta i classici sintomi di acetone, si può ricorrere a diversi rimedi risolutivi. Le cure più efficaci, acquistabili in farmacia, possono essere assunte sia dagli adulti sia dai più piccoli, e hanno un’azione combinata di citrati e vitamine fondamentali per il benessere del corpo.
I citrati, più nel dettaglio, agiscono sull’organismo reintegrando in maniera efficace la perdita di elettroliti causata dagli stati tossici da acetone.
L’effetto delle vitamine, in particolare della vitamina B6, è invece in grado non solo di attenuare la sensazione di nausea, ma anche di favorire il corretto svolgimento biochimico delle reazioni che avvengono all’interno dell’organismo.
La vitamina B6, inoltre, è un catalizzatore nei processi metabolici che interessano gli acidi grassi e gli zuccheri e può ripristinare in tempi brevi ogni possibile stato di alterazione.
Anche se spesso gli stati chetonemici nei più piccoli sono talvolta i responsabili di importanti manifestazioni di vomito, in genere tendono a risolversi nel giro di poche ore.
Per intervenire in modo mirato e prevenire il manifestarsi del problema, una buona prassi può essere quella di curare attentamente l’alimentazione del bambino, magari riducendo i cibi dolci o troppo pesanti, come fritture, cioccolato e carni grasse.
Meglio favorire i carboidrati, soprattutto nelle soluzioni di tipo integrale, e bandire dalla tavola le bibite gassate, nonostante l’alto contenuto di zuccheri.
Nei casi più gravi, è inoltre da evitare il ricorso al fai da te: in presenza di qualsiasi dubbio, meglio contattare il proprio pediatra.