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Vi è mai capitato di sentire parlare dell’acetone nei bambini? Si tratta di un disturbo transitorio del metabolismo che generalmente colpisce i bambini di età compresa tra 2 e 6 anni. Ma vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta e come riconoscere tale disturbo.
Acetone nei bambini: cosa è
L’acetone nei bambini è un disturbo passeggero che si verifica frequentemente nel corso dell’infanzia. E’ una conseguenza dell’inappetenza e del digiuno prolungato a causa di febbre alta o disturbi intestinali. Proprio questi, uniti a mal di testa, spossatezza, spasmi addominali e vomito sono i sintomi che generano questo malessere. Tale condizione è determinata da una difficoltà metabolica dovuta al fatto che nell’organismo vengono a mancare gli zuccheri da bruciare per produrre energia. Quando nel nostro corpo le riserve di zucchero diminuiscono vengono attaccati i lipidi, cioè i grassi. Durante questo processo il corpo produce delle sostanze chiamata “corpi chetonici” e quando tali sostanze superano un dato limite si verifica il disturbo dell’acetone, chiamato anche chetosi. Questa, è bene ricordare, può essere anche la conseguenza di diabete o di alcune patologie genetiche del metabolismo.
Perché è comune nei bambini?
Il disturbo dell’acetone tende a colpire prevalentemente i bambini di età compresa tra i 2 e i 6 anni arrivando poi a ridursi progressivamente fino ai 12 anni con la pubertà. Questo perché? Il fegato ed i muscoli nei bambini hanno una capacità limitata di immagazzinare gli zuccheri rispetto agli adulti. Anche solo una febbre o un’influenza gastrointestinale può portare alla comparsa dell’acetone in quanto l’organismo in tali condizioni fa ricorso a tutte le sue energie esaurendo le scorte di glucosio. Esiste, inoltre, una predisposizione all’acetonemia che è legata all’età ed alla costituzione dei bambini.
Come riconoscere il disturbo: i sintomi
Uno dei primi sintomi che si manifestano in chi soffre del disturbo dell’acetone è l’alitosi. L’alito dei vostri bambini sarà caratterizzato da un cattivo odore di frutta marcia. Questo è il principale campanello d’allarme che consente ai genitori di riconoscere il disturbo. Il quadro clinico è inoltre rappresentato dalla comparsa di altri sintomi quali stanchezza, occhiaie evidenti, inappetenza, respiro profondo e frequente, lingua asciutta e patinosa. Nella maggioranza dei casi l’acetone può essere un sintomo che accompagna la febbre, shock emotivi e digiuno. Soggetti che vivono emozioni intense, o che sono emotivamente instabili, possono soffrire di più di tale malessere. Anche un’alimentazione non corretta e ricca di grassi, di cioccolato e patatine può generare una crisi di vomito acetonemico.
Come curare l’acetone nei bambini
Per diagnosticare la presenza di acetone nel bambino sarà sufficiente un esame domestico delle urine, utilizzando un opportuno stick che si vende in farmacia. Se l’esito dell’esame sarà positivo, la terapia per curare l’acetone dovrà iniziare dalla dieta. Si dovranno eliminare i cibi ricchi di grassi e introdurre zuccheri ed alimenti contenenti carboidrati complessi come ad esempio i cereali. E’ indicato assumere bevande zuccherate come succhi di frutta affinché l’organismo reintroduca il glucosio come fonte di energia. Il malessere dura poco: va dalle 24 alle 48 ore e una volta terminato l’organismo riprenderà la sua normale funzionalità gastrica.