Il reflusso gastroesofageo deve essere tenuto sotto controllo, sia nei bambini che nei neonati. Imparate a riconoscerne i sintomi per intervenire in tempo.
Il reflusso esofageo o gastroesofageo è il rigurgito del contenuto gastrico sito nel lume esofageo. In caso di reflusso gastroesofageo, il sintomo più comune che il paziente manifesta è il bruciore, a livello dello stomaco o dietro lo sterno. Tra i sintomi meno comuni o aspecifici si segnalano invece raucedine e tosse cronica.
Da che cosa dipende il reflusso gastroesofageo?
Le cause sono molteplici. Il sovrappeso, il fumo di sigaretta, alcune malattie neurologiche autoimmuni, l’assunzione cronica di alcuni farmaci e lo stress sono tutte condizioni che lo facilitano. Se il paziente avverte i sintomi del reflusso gastroesofageo o si trova in una delle condizioni sopra segnalate, dovrebbe consultare il proprio medico di fiducia per una diagnosi più completa e corretta, poiché, se non trattato, il disturbo gastroesofageo facilita l’insorgenza di alcune complicanze, come l’esofagite, l’ulcera esofagea e la metaplasia di Barrett.
Il reflusso gastroesofageo è una condizione che può colpire sia il bambino che l’adulto.
Nel caso specifico del neonato, badate bene a distinguere tra il normale reflusso fisiologico ed il reflusso gastroesofageo, che solitamente scompare al compimento del primo anno di vita. Se i sintomi persistono è invece probabile che ci si trova di fronte alla patologia. Per questo i medici consigliano sempre di tenere sotto controllo i reflussi del neonato e del bambino.
Come distinguere il normale reflusso fisiologico dal reflusso gastroesofageo?
Se il rigurgito si presenta più del normale, se il piccolo manifesta nausea, vomito, tosse o problemi respiratori (asma o dispnea, per citare alcuni esempi), se è irritabile o spesso inarca la schiena durante o subito dopo le poppate o si rifiuta addirittura di allattare, si consiglia il consulto con il pediatra.